Max è un trentenne milanese che vive di rendita e che cerca nell’adrenalina una soluzione al proprio vuoto esistenziale. Un giorno si infiltra in una manifestazione di ricercatori universitari e si ritrova a soccorrere Cristian, un contestatore ferito nei tumulti. Max, dopo qualche tentennamento, chiama l’ambulanza e accompagna il ragazzo in ospedale. Qui conosce i genitori di Cristian – i coniugi Montevecchio – e la moglie Francesca, incinta: di fronte alle loro domande si spaccia per un amico del giovane, nel frattempo caduto in coma, e non se la sente di rivelargli la verità. Malgrado percepisca una certa ostilità da parte di Francesca, Max inizia ad apprezzare il legame con i Montevecchio. Quel calore familiare, a lui quasi sconosciuto, innesca una serie di profonde riflessioni e ricordi: un padre manager, una madre assente, un’amica di famiglia come unico salvagente. Max continua a frequentare l’ospedale, intraprende un percorso di maturazione che lo porta a confrontarsi con un cappellano, un neurochirurgo, un senzatetto e le figure a lui più care. Ma nessun cambiamento sincero può avvenire senza turbamenti e momenti di spaesamento. La stanza delle attese diventa un’incubatrice di speranze, affacciata su un futuro di novità tutto da costruire.
L’autrice:
Tina Scopacasa è nata a Vibo Valentia. Ha conseguito la laurea in Scienze politiche all’Università degli Studi di Milano, è abilitata all’insegnamento di discipline giuridiche ed economiche. È specializzata come docente di sostegno presso l’Università “Cattolica” di Milano. È insegnante di ruolo dal 2014 e, per scelta e passione, continua a essere docente di sostegno in un istituto di istruzione secondaria di secondo grado di Milano. Prima di fare l’insegnante ha lavorato per lo sviluppo delle PMI, è stata relatrice in diversi convegni e organizzatrice di eventi. Nel 2001 ha pubblicato il saggio Lo sviluppo locale. Uno strumento d’intervento dal basso: il GAL Serre Vibonesi (Qualecultura/Jaca Book). Nel 2014 ha pubblicato il romanzo di formazione Solo se tu vuoi, sua prima opera di fiction. Ha frequentato per due anni una scuola di recitazione. Spesso fa parte della giuria “Teatricoltori”.