Monica Vitti ha proposto una figura divistica nuova, basata su modelli moderni e carica del significato sociale dell’artista. La curva del sorriso analizza le interpretazioni dell’attrice: il suo talento multiforme le ha permesso di rappresentare sfaccettature inedite dell’universo femminile, a partire dal tabù dell’imperfezione, e di spingersi con ironia e mestiere nell’esplorazione del concetto di liberazione. Il periodo considerato, infatti, è quello degli anni Sessanta e Settanta, emblematico nell’ottica di una riassegnazione dei ruoli e di una rimodulazione delle relazioni. Monica Vitti impone una propria visione della donna nel cinema, affrancandola dal solito – e obsoleto – ruolo di orpello da contemplare e rendendola soggetto attivo e parlante. L’attrice capitolina ha saputo trasformare la sua presenza cinematografica in presenza sociale, grimaldello di un femminile in grado di marciare verso la libertà.
L’autrice:
Serena Ardissone è nata a Reggio Calabria nel 1981 e vive a Genova, città in cui si è laureata in Storia dell’arte e lavora come insegnante. Proprio nel suo percorso universitario ha preso forma La curva del sorriso. I precedenti studi si sono svolti a Roma, prevalentemente in ambito pedagogico: su questo tema, unito all’arte, ha pubblicato alcuni articoli. Ha realizzato delle illustrazioni per progetti editoriali legati alla letteratura d’infanzia.